Il bosco di Burgensatico
Ultima modifica 13 maggio 2020
Testo di Sergio Natale Maglio - © Tutti i diritti riservati
Il bosco di Burgensatico, area di alto pregio naturalistico, è inserito nel Parco Naturale Regionale – Parco delle Gravine e nel Sito di Importanza Comunitaria – Murgia di Sud-Est.
Si trova su un altopiano posto a 276 m. s.l.m. e l'estensione totale è di centotrenta ettari, con la presenza di una fustaia rada di circa duemilatrecento querce, prevalentemente fragni, anche se non mancano alcuni grossi ed isolati esemplari di roverella. Alcune profonde cavità, ricavate ai piedi di grosse piante, erano utilizzate come arnie.
La specie quercina termofila e xerotollerante del fragno, adatta ai climi caldi ed aridi, presenta in questo bosco un elevato grado di polimorfismo. Infatti, oltre alla forma tipica Camus vi è anche una varietà che venne individuata dal botanico lucano Orazio Gavioli, la Macrobalana, così detta per le grandi dimensioni della ghianda, che rappresenta un endemismo dell’area Matera-Mottola e non trova riscontro nel resto della Puglia e nei Balcani. Il bosco di Burgensatico costituisce, pertanto, una vera e propria banca genetica di questa rarissima e particolare varietà quercina.
Anche in considerazione di questa sua peculiarità, l'intervento degli ambientalisti di “Italia Nostra”, tra cui la figlia di Benedetto Croce, Elena, riuscì a scongiurare alla fine degli anni Settanta il pericolo dell'insediamento nel bosco di Burgensatico della zona industriale per piccole e medie imprese di Mottola, ottenendo il suo spostamento a circa un chilometro dal bosco, a ridosso del tracciato dell'autostrada Bari-Taranto.
Il sottobosco arbustivo comprende il Prugnolo (Prunus spinosa), il Perastro (Pirus communis var. amygdaliformis), il Biancospino (Crataegus oxyacantha var. monogyna), l'Oleastro (Olea europea var. oleaster), il Terebinto (Pistacia terebinthus), il Lentisco (Pistacia lentiscus), la Rosa selvatica (Rosa agrestis).
Tra le piante erbacee figurano: l'Anemone (Anemone hortensis), Cynoglossum cheirifolium, Anthyllis vulneraria var. maura, l'Asparago (Asparagus acutifolius), il Pungitopo (Ruscus aculeatus), l'Erba medica (Medicago minima), Medicago lupulina, la Veccia (Vicia cracca), Vicia tetrasperma, Linum angustifolium, Scorpiurus muricata, Geropogon glaber, Galeopsis ladanum.
Il sottobosco è anche ricco di geofite, piante perenni che superano la stagione avversa mediante organi sotterranei come gemme, tuberi e bulbi: il Porraccio (Asphodelus ramosus), Asphodeline lutea, la Scilla marina (Urginea maritima), il Ranuncolo (Ranunculus bulbosus), Ranunculus bullatus, la Pazzuomini (Sternbergia lutea), il Cipollone (Ornithogalum umbellatum), Hermodactylus tuberosus, il Ciclamino (Cyclamen neapolitanum), Gagea lutea, Muscari racemosum.
Estremamente importante e di grande interesse botanico è la presenza di un nutrito gruppo di orchidee selvatiche, a fioritura primaverile, dalla rara Loroglossum hircinum alle più comuni Orchis longibracteata, Orchis longicruris, Orchis papilionacea, Orchis laxiflora, Orchis morio, Ophris lutea, Ophris apifera, Ophris aranifera, Ophris arachnites, Serapias vomeracea, Aceras anthropophora.
Subito dopo l’arrivo degli Alleati che liberarono nel 1943 il Mezzogiorno d’Italia, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, nel bosco si accamparono i soldati della 1st Airborne Division inglese, e successivamente le truppe dei militari alleati scozzesi e neozelandesi. Dal 1944 al 1946, infine, ospitò installazioni del Secondo Corpo d’Armata polacco, comandato dal generale Marian Roman Przewłocki.