La chiesa di San Giacomo

Ultima modifica 5 maggio 2020

Testo di Sergio Natale Maglio - © Tutti i diritti riservati

Dopo la lunga e inspiegabile assenza di testimonianze d’edilizia sacra in età altomedievale, a partire dall’età sveva la città vide la nascita di diverse fabbriche religiose, sia all’interno che all’esterno della cinta difensiva muraria. La chiesa più antica all’interno della città è senza dubbio l'antica cappella di San Giacomo, il cui ingresso era posto all’attuale civico 46 di via Leonardo da Vinci.  Nella parte posteriore dell’edificio, su via Adua, l'antica via Arco del Sordo, è ancora visibile l'abside semicircolare della chiesa, che costituiva l’oratorio della Badia di San Giacomo, una antichissima fondazione ecclesiastica mottolese la cui ricca dotazione patrimoniale includeva in un beneficio la gravina di Capo Gavito, la Difesa della Sterpina e l’attuale bosco di sant’Antuono.
La cappella, attualmente inaccessibile al pubblico, sarebbe stata edificata nel corso del XIII secolo. Infatti, nel 1324 ne ritroviamo menzione in documenti d’archivio. Nel XVII-XVIII secolo dette il nome ad uno dei pittagi della piccola città. Verso la fine dell’età moderna venne utilizzato come oratorio provvisorio dalle due più antiche e importanti confraternite mottolesi.
Nei primi decenni del '700 venne utilizzata dalla Pia Fratellanza Maria Santissima del Carmine ed Anime del Purgatorio, che in quegli anni stava facendo costruire la Chiesa della Madonna del Carmelo.
Qualche decennio più tardi, nella seconda metà del Settecento, ospitò invece i confratelli della congrega del SS. Rosario e Sacramento, che era impegnata a completare i lavori di costruzione della cappella confraternale, appena al di fuori della Porta Vecchia e dell’antico circuito difensivo della città.
Le attività di culto nella antica cappella cessarono verso la fine del ‘700. Essa venne espropriata nel 1810 insieme al suo beneficio, nell’ambito della soppressione dei beni ecclesiastici che venne effettuata nel decennio francese. Fu quindi venduta a privati e utilizzata fino ai primi decenni del '900 come forno.


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